Articolo apparso su Varie&Eventuali il 4 Set 2013 (n°15 Anno XXVI)
Il mercato di Ivrea fa parte della mia tradizione famigliare ormai da parecchi anni. L'appuntamento del Pranzo del Mercato di ogni Venerdì coi miei genitori è un rituale che i miei amici hanno imparato a conoscere ed apprezzare. Ma se è vero che ognuno di noi è pieno di piccole particolarità e tradizioni, sono questi amici che col loro occhio esterno (e sovente straniero) mi hanno insegnato il reale valore del Mercato di Ivrea.
Senza ergere il Mercato a perno della 'rinascita' eporediese, vorrei proporvi una riflessione sul contributo che nel suo piccolo può dare; sottolineando come, in questo periodo di prolungata depressione, il nostro territorio non mi pare possa permettersi di scartarne alcuno.
Partiamo dunque dall'osservazione che oggi esso è utilizzato meramente come luogo di commercio da una parte della popolazione. Questa deve rimanere la sua funzione principale, per non svilirlo in qualcosa che non è facendogli perdere il suo potenziale. Tuttavia, constatiamo che si differenzia dai tanti luoghi di commercio, come la grande distribuzione e i piccoli mercati di paese. Il Mercato di Ivrea è una realtà viva e forte (basta osservare il flusso di persone), vicina al Centro Storico ed offre una moltitudine di prodotti sia locali che non. La sua grandezza in termini di superficie e in varietà di prodotti, la sua bellezza dovuta al contatto con la gente e alla scenografia in cui si incastra (le colline da una parte, il centro col Castello dall'altra) fanno sì che a mio parere possa essere sfruttato maggiormente.
Si dovrebbe quindi rendere il Mercato il più possibile attraente e facilmente usufruibile. In tal modo sia forestieri sia noi stessi lo potremo riscoprire. Ad esempio, chi non è abituato al mercato, sa dove andare per comprare costumi da bagno o una toma di alpeggio? Ne dubito, date le dimensioni ed il numero di esercenti. Oppure, è possibile fare qualcosa per coloro che “gli piacerebbe andare al Mercato, ma non hanno tutto il Venerdì libero”? Ed ancora, è facile e piacevole usufruire del Mercato per mangiare fuori casa? Il Mercato può essere anche un richiamo turistico. Senza illusioni su quanti siano disposti a recarsi ad Ivrea appositamente per il Mercato, ricordo l'entusiasmo e la curiosità che ha sempre suscitato nei visitatori che ho accompagnato. Penso quindi che per il turista di passaggio possa essere un motivo in più per visitare la nostra città e che ciò dovrebbe essere favorito.
In soluzione ai quesiti che pongo mi permetto di candidare delle ipotesi. Queste, credo sarebbero al meglio coordinate da un apposito “Comitato del Mercato” che ne permetta l'orchestrazione con la collaborazione di tutti gli attori.
Per rinforzare il Mercato è necessario rinforzarne le radici, ovvero le caratteristiche di grande area di commercio, e portare nuova linfa ovvero aumentarne il bacino di utenza. Per questo è necessario inserire il Mercato nei volantini ed altri canali di informazione turistica della città. In generale servirebbe una campagna di marketing, attuabile anche senza ingenti somme per realizzarla: avere un sito od una pagina Facebook può ricordare a molti l'esistenza di un mercato particolare. Successivamente bisognerà aiutare chi deciderà di provare a passare “ma sì una volta al mercato” evitandogli i mal di testa su come arrivare ed i classici “caspita è troppo grande non ci capisco niente!”. Penso ad esempio a delle mappe che illustrino le zone del Mercato (e.g. ortofrutta, formaggi, biancheria, animali..). Esse possono essere distribuite: 1) su dépliant appositi, 2) come mappe digitali sul sito/FB/altro 3) tramite apposita cartellonistica (fiducioso che sia possibile, dati gli esempi del MAAM, delle mappe cittadine, delle colonne interattive ed altro). Inoltre l'uso di un sito web e di un'app dedicata permette un alto grado di precisione e visibilità anche per i singoli commercianti, potendoli inserire in una lista, con le loro descrizioni e localizzazione sulla mappa.
Infine, nonostante per gli habitué andare al Mercato è spesso in sé un piacere, ci rimane l'ultimo punto, cioè rendere l'esperienza più piacevole e completa. Immagino semplici aree nel perimetro mercatale per consumare un pasto cogli amici all'aperto, incontrarsi, organizzare eventi collaterali di richiamo, vedere esibirsi artisti di strada.
Con queste proposte dovremmo aver aiutato gli esercenti del Mercato ad avere maggiore visibilità, le singole persone a conoscerli ed aver legato maggiormente lo sviluppo del Mercato a quello dell'intera città. In conclusione, voglio rassicurare chi teme spostamenti di denaro a lui sfavorevoli che, per esperienza, tutti i miei amici di cui parlavo si sono sempre fermati, per così dire, per “un caffè in centro”.
PS: Una risposta a questo articolo è stata pubblicata sul numero successivo dello stesso giornale, ed è reperibile qui