Articolo apparso su Varie&Eventuali il 13 Nov 2013 (n°20 Anno XXVI)
La scorsa primavera ho attraversato la Bassa Normandia, romantica terra di mele, vacche e cavalli. Tutto a un tratto mi è stato fatto notare un mezzo della nettezza urbana, simile ai nostri camioncini della raccolta rifiuti, ma trainato da cavalli.
La raccolta dei rifiuti è per noi un argomento più che mai attuale: da una parte il susseguirsi di notizie sullo stato delle finanze delle società addette alla raccolta, dall'altra l'intervento di Paul Connett a Pont Saint Martin sulla strategia “Rifiuti Zero”.
In questo contesto desidero condividere con voi alcune mie scoperte in seguito all'esperienza in Francia. Innanzitutto, a differenza di ciò che pensavo, l'uso dei cavalli per la raccolta dei rifiuti non è né una scelta locale, ovvero limitata alla città dove l'ho vista applicata (Trouville), né folkloristica. A sponsorizzarla è Sita, azienda leader del settore e sussidiaria della multinazionale Suez. E a conti fatti a supporto c'è una concreta riduzione dei costi: i cavalli costano meno e durano di più dei mezzi meccanici.
Anche in Italia abbiamo degli esempi simili: nel centro di Castelbuono, nel Palermitano, i rifiuti li raccolgono le asine. Anche in questo caso, oltre la passione dell'allora sindaco, ha soprattutto contato il risparmio economico. Ecco alcuni numeri: i costi di manutenzione annui sono passati da 8000€ per camioncino a 2000€ per asina e sulle spese d'acquisto semplicemente non c'è paragone: 30000€ contro 1000€. Inoltre le asine lavorano per circa 20 anni e si riproducono, mentre a Castelbuono un'autocompattatrice deve essere sostituita ogni 5 anni. Limitandoci ai costi annui, si tratta di un risparmio dell'ordine di migliaia di Euro per camioncino. Non abbastanza per risolvere la crisi, né i debiti delle nostre società di raccolta rifiuti. Tuttavia, attenendoci ai dati siciliani, 6000€ risparmiati in un comune potrebbero essere sufficienti per un piccolo progetto a discrezione dell'amministrazione. Sono abbastanza per una borsa di studio o, moltiplicati per due o tre asine, si arriverebbe all'equivalente di uno stipendio, per dare una mano ad una famiglia. Un segnale positivo per mostrare che chi amministra i soldi pubblici lo fa con giudizio, considerando ogni Euro alla pari dei miliardi necessari per gli equilibri economici nazionali.
Questi aspetti economici bastano a consigliare l'adozione di equini netturbini in qualsiasi paese, ma.. Ivrea non era la città dei cavalli? Oltre a San Savino, pensiamo a tutti i cavalli da tiro che vediamo a Carnevale. Sarebbe un modo per legare queste feste a qualcosa di utile tutto l'anno. Chiaramente sul nostro territorio questa scelta andrebbe a valorizzare una tradizione ed il suo indotto, non esclusivamente eporediesi. Parlo dei maneggi e degli artigiani per i finimenti, dell'uso degli asini per turismo e pet terapy.
Esistono leciti dubbi a questa proposta: ad esempio sul traffico e la pulizia delle strade o sui conti fatti o la logistica. Non ho le competenze per fare stime e spiegazioni più precise. Mi affido al fatto che, se questa soluzione è stata adottata altrove e ritenuta conveniente, c'è un modo per far tornare i conti e renderla attuabile tecnicamente. Posso dire che quando ho visto gli Amish girare per le strade trainati dai cavalli, questi avevano dei sacchi tra l'animale e la carrozza in cui finiva il letame e che successivamente scaricavano in luoghi appositi lasciandolo disponibile ai piccoli coltivatori (se avete un orto potrebbe farvi piacere!). A proposito di effetti collaterali ricordo i vari appelli pubblicati su questo giornale contro l'eccessivo consumo di suolo. L'uso degli equini incentiverebbe il mantenimento di pascoli aiutando a rendere economicamente sostenibile e conveniente aderire a scelte opposte a quelle che portano al consumo di suolo. In generale credo che tra l'opzione di una società sempre più meccanizzata e con una natura lontana e sottomessa all'urbanizzazione, molti di voi converranno che qualche equino per le strade possa aiutare.
Anni fa ad una serata alla Sala Cupola della Serra il giovane sindaco di Settimo Rottaro spiegava di voler aprire un distributore di acqua naturale e gassata in paese. Il gesto sembrava quasi un'utopia sovversiva e sicuramente poco ortodosso. Oggi questi distributori sono frequenti nella nostra zona. Chissà che qualche comune voglia provare a sperimentare un progetto pilota con gli equini netturbini, per risparmiare e rafforzare le nostre tradizioni costruendoci sopra un'economia sostenibile. Proprio male non può andare, giusto?